Meteo Didattica: ECCO le DIFFERENZE tra FIOCCHI di NEVE, GRANDINE, GRAGNOLA e GRAUPEL. FACCIAMO chiarezza


di  Fabio Campanella, 10-04-2022 ore 17:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Negli scorsi articoli di didattica abbiamo affrontato le varie tipologie di "meteore" che fanno parte dei fenomeni atmosferici. Molti dei lettori ci chiedono in realtà, specie sui fenomeni simili come la neve, la grandine o la gragnola, fenomeni costituiti principalmente da acqua allo stato solido, quali sono le differenze sostanziali che esistono tra di loro. In effetti le differenze ci sono e le vediamo in maniera semplice e sintetica in questo appuntamento con la didattica.

Come abbiamo già disquisito precedentemente le precipitazioni, in qualsiasi forma esse si presentano al suolo, si formano per via dei nuclei di condensazione presenti nelle nubi le quali incontrando pulviscolo di vario genere sospeso in aria ed addirittura spore e batteri, si aggregano e costruiscono la gocciolina d'acqua sempre più grande fino a quando il suo peso possa superare la forza ascensionale costituita dallo stesso principio per cui si possano formare le nubi, cadendo verso il suolo.

Abbiamo visto come sia per la pioggia che per la neve il processo è pressochè identico, come lo è identico circa la formazione della grandine ma su questo ultimo fenomeno è doveroso fare delle precisazioni importanti ma andiamo per gradi.

Nella illustrazione seguente ricavata dalla NOAA, si possono distinguere le varie tipologie di precipitazioni partendo dalla pioggia e per finire alla neve e in mezzo a queste due tipologie, gli stadi intermedi che possono andare dal gelicidio (pioggia congelantesi), al graupeln fino alla gragnola.

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Sostanzialmente l'immagine ci mostra come le varie tipologie di precipitazione dipendono dallo stato della colonna d'aria dove sta cadendo. Sottolineando il fatto che questa illustrazione si riferisce a fenomenologie e stati della colonna specifici del semestre freddo possiamo capire perchè all'appello manca la grandine, fenomeno che tratteremo a parte in seguito.

In sostanza quando ci troviamo di fronte a delle nubi mature (nembostrati, strati o cumulonembi che siano), dove abbiamo dei fenomeni precipitativi, se abbiamo uno strato di aria calda che interessa l'intera colonna che separa la nube dal suolo, aria calda che ci indica una temperatura superiore a quella di fusione del ghiaccio (circa 4°C), la precipitazione sarà prevalentemente sottoforma di pioggia.

Quando siamo invece in presenza di uno strato di aria fredda al di sotto dei 2-3°C in prossimità del suolo mentre più in quota ci sono temperature più elevate, la pioggia nel cadere si congela e cade sottoforma di gelicidio (freezing rain o pioggia congelantesi), molto pericolosa perchè rende l'asfalto una vera e propria pista di pattinaggio.

Se lo strato di aria fredda/gelida è sufficientemente spesso (alcune centinaia di metri) allora la pioggia oltre a congelare, incontra più facilmente altre gocce congelate e man mano che si aggregano assumono una forma tondeggiante la quale viene chiamata gragnola. C'è da dire che tale precipitazione somiglia moltissimo alla grandine con l'unica differenza che quest'ultima è meno opaca e bianca ed assume dimensioni anche considerevoli rispetto alla gragnola che al 99% dei casi non supererà mai il centimetro di diametro.

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Infine prima della neve ritroviamo un fenomeno che si pone tra la gragnola e la neve, le differenze sono minime ma in sostanza si forma quando lo strato di aria fredda tra la nube ed il suolo è abbastanza spesso ma la precipitazione prima di esso in quota incontra comunque temperature di fusione... solitamente accade in tardo inverno o nei primi giorni di primavera o in irruzioni di aria polare marittima, il graupel.


Differisce dalla gragnola perchè la precipitazione prevalente in realtà è in uno stato sopraffuso (semi-liquido in un ambiente sottozero), il quale incontrando altre particelle allo stesso stato forma palline bianchissime e molto soffici, differenti dalla gragnola perchè meno pesanti, più piccole, morbide tanto che si sgretolano nelle mani.

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La neve invece è un fenomeno che solitamente la precipitazione non incontra mai temperature di fusione ma si forma, viaggia e cade al suolo con temperature costantemente negative o al massimo che non superano il grado o due (nell'ultimo caso parleremo di neve bagnata, quel tipo di neve che appena a contatto con il suolo scioglie quasi istantaneamente).

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Per ultimo parliamo invece del fenomeno che a volte risulta essere devastante specie per l'agricoltura in quanto i suoi chicchi possono raggiungere dimensioni considerevoli (fino a 20 cm di diametro) e peso che può superare il chilogrammo!!! La Grandine. Questo fenomeno, prevalentemente legato alla presenza di possenti cumulonembi, si forma  nella cella temporalesca che di solito è di tipo "super-cella". Nella supercella i fenomeni di spostamento di aria in senso verticale possono raggiungere e superare i 140 km/h. Questo significa che la goccia di pioggia (o il fiocco di neve) incontra questa possente corrente d'aria ascendente ed è costretta a risalire di quota.

Essa incontra sempre altre particelle eccetera (il processo è sempre identico), e aggregandosi si ingrossa e aquista peso. Come potete immaginare, nei temporali potenti con questo tipo di correnti, per superare una corrente di 140 km/h ci vuole un certo peso, specie per il fatto che in quota per il fenomeno della rarefazione dell'aria, pesiamo di meno, quindi immaginate questa povera goccia di pioggia quante ne deve passare.

Il permanere in quota di queste gocce aggregate, l'incontro di ulteriori correnti ascensionali fanno sì che ciclicamente il fenomeno di accrescimento si ripete fino a quando appunto il peso supera la corrente ascensionale per far sì che finalmente il chicco di grandine può cadere al suolo con tutto il suo potenziale distruttivo.

Da sottolineare che la grandine, a differenza degli altri fenomeni osservati in precedenza, è costituita da ghiaccio quindi meno denso, più trasparente. Se si divide a metà un chicco di grandine inoltre, è possibile osservare tutti i suoi stadi di accrescimento delimitati da tante linee più chiare o scure che ne denunciano le precedenti dimensioni (come tagliare perpendicolarmente un tronco di un albero ed osservarne il suo contenuto).

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Come vedete i processi di creazione/crescita sono identiti ma la modalità di attivazione sono completamente diversi. E' raro parlare infatti in pieno inverno anche in presenza di temporali, di grandine e chi lo fa lo fa impropriamente.

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